“L’antica Italia assomigliava alla Scandinavia di oggi. La futura Scandinavia sarà come l’Italia di oggi.”
Vi chiederete chi sia il luminare che nel luglio 2020 sentì la necessità, tramite un tweet, di esternare il suo timore riguardante la Scandinavia paragonandola al nostro Bel Paese. Vi chiederete anche a cosa mai avrà voluto riferirsi, forse alla nostra fragile economia? Alla nostra contorta burocrazia oppure al cambiamento climatico?
Niente di tutto ciò. Quello che Varg Vikerness, in arte Burzum, famoso pioniere del Black Metal norvegese, intendeva sottolineare è che con la tolleranza e l’accoglienza nei confronti di immigrati medio-orientali, l’odierna Scandinavia correrebbe il rischio di una mutazione culturale e, soprattutto, del colore della pelle come quella che apparentemente avrebbe subito il popolo “italiano”, durante il periodo romano, a causa dell’usanza a suo dire assai diffusa di possedere schiavitù Giudea e di avere accoppiamenti con la suddetta.
Confusi? Non preoccupatevi, sarebbe preoccupante se voi non lo foste.
Facciamo un passo indietro, torniamo alla metà degli anni 80, precisamente al 1987.
La Top Hits List musicale del 1987 annovera tra i suoi artisti nomi del calibro di Michael Jackson, Bon Jovi, Whitney Houston o Madonna, per citarne alcuni. Ma noi dobbiamo addentrarci in un mondo molto più underground, quello che riguarda un sottogenere del Metal conosciuto a pochi, il Black Metal Norvegese.
Per chi non avesse mai avuto l’occasione di incontrarlo questo genere musicale ha come obbiettivo la distorsione del mondo e della società comune. Rifiuta i diktat del “buon costume” e si pone come contrapposto alla morale borghese-cristiana. Lo fa con i suoi riferimenti al satanismo, con sonorità fortemente distorte e tal volta stonate. La vocalità è contraddistinta dalla tecnica canora dello “scream”, una compressione delle corde vocali e del diaframma che fa risultare un grido rauco ed acuto. Il tutto volto al creare un’atmosfera il più possibile cupa e violenta.
A dare una prima ventata di notorietà a questo genere furono i Norvegesi “Death” che rilasciarono il loro primo EP “Deathcrush” nel 1987, a fondare la band Euronymous, al secolo Øystein Aarseth, voce e chitarra.
Nel tentativo di diffondere la cultura Black Euronymous aprì nel 1991 un negozio di dischi in Oslo, Helvete, dove conobbe il famigerato Burzum, entrato a far parte della scena Black Metal proprio grazie ad Euronymuos che ne produsse il primo disco.
Chi frequentava Helvete vedeva in Euronymous una sorta di profeta, attribuendogli il merito di aver dato vita alla cultura Black Metal e di averne permesso la diffusione. Non era dello stesso avviso Burzum che, a quanto ci è riferito, in più di un’occasione sembra non aver fatto passare inosservato come il fondatore di Helvete fosse in realtà non un vero votato alla causa, ma un recitante, rinfacciandogli di aver aperto il negozio solo grazie ai risparmi dategli dalla madre, di aver indossato un maglione a collo alto bianco durante un’intervista televisiva e, più prosaicamente, di essere un “cacasotto”.
Nel frattempo Burzum lavorava per accrescere la sua credibilità nei confronti del suo pubblico. Alle prime ore del 6 giugno 1992 la Stavkirke di Fantoft, chiesa capolavoro architettonico norvegese, venne data alle fiamme e interamente distrutta nel giro di poche ore, con l’unica eccezione delle travi portanti; la foto dello scheletro della chiesa diventerà la copertina di Aske, unico EP dell’artista.
Questo fu l’inizio di un’impressionante catena di incendi che si scatenò nei mesi a venire e coinvolse decine di chiese, causando in un’occasione, a Sarpsborg, la morte di un pompiere. La matrice dolosa dell’incendio fu subito palese alle autorità, le quali però non avevano idea su chi potesse essere il colpevole; dal canto suo Varg Vikernes, orgoglioso dei suoi atti e non curante della discrezione, si vantò in giro dell’accaduto al punto tale da rilasciare un’intervista, il 20 gennaio 1993, in cui rivelava particolari sul rogo di Fantoft noti solo alle forze dell’ordine, attirandosi così le attenzioni della polizia.
La successiva perquisizione a casa di Vikernes portò alla scoperta di materiale sospetto ed al suo arresto; Vikernes venne comunque scarcerato sei settimane dopo per mancanza di prove definitive. La sua breve detenzione ebbe come effetto un vertiginoso aumento della popolarità, la quale ormai intaccava fortemente l’immagine di Euronymous. A questo punto la coesistenza tra i due, già notevolmente incrinata, cominciò a divenire sempre più conflittuale. La situazione era ulteriormente esacerbata dal lassismo di Euronymous nei confronti di Burzum: Varg infatti aveva registrato nuovo materiale e intendeva pubblicarlo, e per di più stava ancora aspettando la restituzione dei soldi con cui aveva finanziato i suoi primi due lavori; a questo punto Vikernes cominciò a pensare seriamente di pubblicare il seguito di Aske (Det som engang var) sotto la propria etichetta, la Cymophane.
Il 10 agosto 1993 Euronymous fu ucciso dallo stesso Varg fuori dalla casa della vittima. Il movente, non ancora chiaro, sembra essere stato un litigio tra i due sfociato nel peggio (a detta di Burzum sarebbe stata legittima difesa) eseguita con 23 coltellate.
Burzum, dopo il processo, passerà i 25 anni successivi in un carcere norvegese, scontando il massimo della pena prevista dalla legge Scandinava.
Non rinuncerà mai e continuerà a divulgare tramite i social le sue idee nazionalsocialiste e la dottrina Black Metal, guadagnandosi numerosi “ban” permanenti da diverse piattaforme.
Nel 2020, durante una discussione perpetrata nei commenti sotto ad un tweet, affermerà ciò che avete letto all’inizio di questo articolo, aggiungendo: “Vogliamo parlare di tutti gli schiavi ebrei che avevano e di come si mischiavano con loro? Non c’è da stupirsi del perché oggi molti italiani assomigliano a lui” allegando al commento una foto di Salvatore Aranzulla, divulgatore e imprenditore informatico.
Qualche ora dopo, nel tentativo di dare ancora più forza alle sue tesi, twitta nuovamente, “Questo tipo non è per nulla europeo, ma medio-orientale”, allegando questa foto:
Tatuatore, lettore, camminatore.
agostino.oscar18@gmail.com