“Viaggia un poco che te impari a stare al mondo”: Fabio & Lisa travel photographers.

La fotografia è quella serie di processi tecnici con cui si ottiene un’mmagine statica tramite un processo di registrazione permanente delle interazioni tra luce e materia. Nell’accezione più comune, ci si riferisce alla tecnologia che prevede la proiezione attraverso un sistema ottico su una superficie fotosensibile.


Ma al di là di ciò, la fotografia è anche un’idea, un momento, un’immagine che può riuscire a racchiudere emozioni, o centinaia di parole. O cultura.


Fabio Restiglian e la moglie Lisa mi aspettano alla pasticceria Venezia per un caffè.


Mi accomodo con loro e ordiniamo tre lisci che arrivano puntuali e caldi in tazza rigorosamente bianca. Sono proprio felice che abbiano scelto questo posto storico come luogo di ritrovo perché ho sempre amato i cestini al mascarpone che preparano qui. Ecco, parlando di fotografie e di immagini, assaporando il dolcetto rivedo me e Kicco a sedici anni in una delle nostre pause dal bighellonaggio studentesco. Una foto, stampata o impressa nella mente che sia, è un’immagine per sempre.


Conosco Fabio da un po’: a vent’anni ci piaceva lo stesso genere musicale ma suonavamo in due diverse band. Adesso, invece, stiamo facendo qualcosa insieme e la cosa mi piace. Con Lisa, Fabio ha girato e sta girando il mondo, credo infatti che nelle due orette di ciacole che abbiamo programmato riusciremo appena a mettere la testa fuori dalla porta. Loro lo sanno e quindi partono in quarta.


Fabio: “Io e mia moglie stiamo insieme da 22 anni ma solo dopo 11 abbiamo iniziato a girare seriamente il mondo perché prima io avevo il terrore di volare in aereo. Poi un giorno ho vinto un viaggio a Lisbona e lì ho capito che non potevo più rinunciare. Così, superata la paura, subito appresso ho potuto assecondare il più grande desiderio di Lisa e siamo andati nei grandi parchi statunitensi. E poi, un, due, tre, via! È stato così bello che l’anno successivo, nel 2014, eravamo già in una meta non così gettonata, la Cina.”

Lisa: “Da quel momento in poi non siamo mai stati fermi e cerchiamo di fare almeno tre viaggi importanti all’anno. Nel luglio 2020 abbiamo deciso di stare in Italia per via delle restrizioni annesse al Covid, e allora siamo volati in Sicilia. Alla pensione che avevamo prenotato alloggiavamo solo noi e un’altra coppia. Ma la vera favola è stata al teatro di Taormina. C’eravamo noi due e basta. Ti pensi la magia?”

Francesco: “A me è capitata una volta di essere a Piazza dei Miracoli di Pisa alle cinque di mattina. C’eravamo noi (la mia famiglia) e due netturbini. Veramente una favola vedere l’alba colorare di rosa i marmi dei monumenti famosissimi della piazza. Ma volevo chiedervi: che formula usate per i vostri viaggi?”

Lisa: “Tendenzialmente ci rivolgiamo a una agenzia viaggi che vende pacchetti con un programma preciso e dettagliato e che mette a disposizione transfer e guide turistiche. La scelta di viaggiare “guidati” è pressoché obbligata in taluni paesi perché la popolazione locale non parla inglese. Pensa in Cina: al di fuori delle grandi città, i cartelli non prevedono nemmeno la traduzione grafica in alfabeto occidentale; come faresti a capire qualcosa?”

Francesco: “Ho un amico che quando legge qualcosa in cinese, per non saper appunto né leggere né scrivere, dice direttamente Cin ciun cian, cin ciao lin.”

Fabio: “Il tuo amico avrebbe vita breve in Cina.”

Ridiamo di gusto. Abbiamo molta voglia di parlare e di esprimersi, siamo tre amanti del viaggio e delle esperienze. Per questo motivo, capita che ci sovrapponiamo nel partire con nuovi discorsi. Tuttavia, è solo amore per quello che si ha vissuto e per ciò che si vuole raccontare. Non c’è la minima maleducazione. Tendenzialmente, si cede il passo a turno.

Riprendiamo coi racconti sulla Cina e finalmente capisco perché nel mio viaggio in loco, era il 2017, continuavo a sentire le persone che aspiravano il catarro col naso. A me, ma credo a noi, che siamo cresciuti tra i moniti “Finisela de tirar su i snaroci, soffiete el naso!”, quei concerti pubblici sembravano una mancanza di rispetto verso il prossimo. Ora scopro da Fabio e Lisa che per i cinesi è il soffiarsi il naso in pubblico, la vera maleducazione. Questo funambolico cambio di prospettiva mi torna in mente facile: quante volte, proprio viaggiando, ho scoperto che la mia idea o la mia cultura possono essere soverchiate da semplici usi e costumi agli antipodi. La distanza geografica facilita queste distanze culturali e non possiamo non tenerne conto. Solo che magari alcune cose ci sono molto distanti dal punto di vista comportamentale, e allora le bocciamo perché comprenderle sarebbe quasi vergognoso; altre sono più vicine, allora si capiscono. Possiamo accettare l’usanza della siesta messicana, che più o meno faremmo tutti potendo, ma questa di “tirar su col naso” no.

Fabio: “Le guide permettono di andare dritti al sodo e evitano di far perdere tempo con scelte sbagliate. Una volta, in India, ci capitò di vedere una folla di turisti tornare delusa dalla visita a uno dei tempi di culto più belli del mondo, il Taj Mahal, nonostante la levataccia per arrivare per primi. Nessuno aveva detto loro che fino alle 11 del mattino il tempio è pressoché immerso nella nebbia e invisibile. La guida, appunto, permette di evitare questi inconvenienti.”

Lisa: “E poi coi viaggi in piccoli gruppi si conoscono persone. Con degli amici da Bergamo e Milano conosciuti in viaggio ci siamo trovati così bene da organizzare altre ferie con loro.”

Fabio: “Inoltre gente che viaggia tanto ha sempre consigli buoni da dare per i nuovi tour da programmare.”

Lisa: “Dopo un viaggio in Perù abbiamo organizzato a casa nostra una cena coi suddetti amici di Bergamo e Milano e perfino con la guida peruviana che ci ha seguito in quel viaggio, sua moglie italiana (ma cresciuta tra la caserma Ederle e Verona) e la mamma di quest’ultima. Abbiamo festeggiato a polenta e baccalà!”
Fabio e Lisa mi elencano una buona parte dei viaggi che hanno fatto nel mondo: U.S.A., Grecia, Portogallo, Slovenia, Spagna, Cina, Vietnam, Cambogia, India, Sri Lanka, Giappone, Perù e via di questo passo. A questo punto mi è venuta spontanea una domanda: “Qual è il paese che vi è piaciuto di più?”

Fabio: “Non c’è un paese che ci è piaciuto di più degli altri, ma se vuoi ti posso dire, di ogni paese, qual è la cosa che ci è piaciuta di più.”


Una risposta semplice ma grande come l’universo. Approcciarsi al mondo intero comporta una enorme crescita personale che è racchiusa in queste poche parole che mi hanno detto i due ragazzi.

Viaggiare apre la mente, fa vedere le cose dall’alto. Per questo dovremmo farlo il più possibile. Conoscere il mondo e apprezzare tutto ciò che è diverso fa comprendere che non c’è una classifica, se sei cittadino del mondo come sogno ideale non ti limiti ad aspirare a un posto specifico ma idealizzi un posto che abbia le cose migliori di ciascun paese. Capite la superiorità del pensiero? Mi torna in mente la frase Viaggia un poco che te impari a stare al mondo.

Fabio è dotato di ironia e la sfodera tutt’assieme: quando iniziamo a parlare dell’aspetto fotografico dei loro viaggi, subito premette: “Comunque io non sarò mai un grande fotografo perché mi piace troppo dormire. E le foto migliori si fanno all’alba.”

Eppure io conosco bene Fabio come fotografo perché seguo il suo profilo Instagram fabioresti e i suoi video su Youtube nel canale @ungirettoa; so bene che ha grandi capacità. Scopro stasera che i video dei viaggi li fa Lisa e allora mi complimento con lei. Fabio si occupa dei video col drone. Insomma, i due si complementano e fanno tantissime cose insieme, sono una coppia molto affiatata. E qui, arrivando all’argomento drone, mi racconta di quanto rigide stiano diventando le leggi.

Fabio: “Se una volta il sito che riporta gli spazi sorvolabili dai droni aveva vaste aree visibili, oggi le aree rosse, off limits, sono tantissime. Poi ci sono patentini, limitazioni in altezza, limitazioni per la presenza di parchi naturali; in alcuni luoghi, tipo in vicinanza di zone militarizzate, il drone nemmeno si alza perché i governi bannano le frequenze su cui riescono a volare; poi ci si mettono perfino i privati iperprotettivi! Tuttavia il drone è anche un mezzo di approccio sociale: Come fai a conoscere nuova gente? O hai un bambino piccolo, o un cane, o un drone!”

Proprio guardando i video che Fabio montava col suo drone mi era venuta l’idea del trailer per “Pane & Oppi”, mio romanzo patrocinato dal comune di Vicenza. Fabio fece un grandissimo lavoro usando riprese fatte appositamente col drone delle chiese di san Giorgio, Sant’Agostino e della colonia Bedin, il tutto arricchito dalle letture di estratti fatte da gentilissimi amici e conoscenti che accettarono di far la loro parte in questo omaggio a Vicenza.

Quando con l’amico Davide Moressa registrammo alcune canzoni a firma Al.Ki Project, chiedemmo a Fabio se gli andava di fare un apposito video per la canzone “L.i.s.a.”, acronimo di “Life in A Stoned Age”. Fabio utilizzò dei filmati che aveva fatto in viaggio negli U.S.A. e il risultato fu bellissimo.

Ma il bello è che stasera ho scoperto che Lisa è il nome di sua moglie. Sono il genere di fatalità che di solito succedono proprio quando si viaggia. Mi tornano in mente quei ragazzi milanesi che conobbi a Ios nel 1991 e che ritrovai per caso in strada ad Amsterdam l’anno successivo. Fabio, restando in tema, mi racconta di come a Malta incrociò l’amico comune Pepo Todescato e io gli racconto di come a Peniche incrociai in spiaggia Marco Muraro, entrambi ex componenti delle band musicali vicentine degli anni novanta di cui anche noi facevamo parte e ampiamente descritte nel romanzo “Il tempo brucia le tappe” di Massimo Fagarazzi.

Torniamo dai droni ai viaggi e Lisa e Fabio mi raccontano del Perù e della raccolta del guano dei pinguini per farne fertilizzante, delle bevande energizzanti che vengono offerte ai turisti per non far sentire la fatica a Machu Picchu, di quanto sia rumorosa l’India e di quanto gli indiani siano attratti da donne bionde e formose (vedi la ricerca della diversità?), della scalinata della “Corazzata Potëmkin” a Odessa, della pulizia del Giappone e di come tornati da lì si sia certamente più educati e si rispettino le fila in coda; ne convengo che hanno viaggiato in tantissimi posti e che hanno affrontato quasi tutti i modi di viaggiare.

Chiedo: “Ma delle crociere cosa mi dite?”

Lisa: “Si ingrassa tanto!”. Scoppiamo a ridere.

A questo punto siamo ormai proiettati lontano, dal centro di Vicenza ci siamo spostati alla Jingyuan Tea-Art House di Shanghai e stiamo sorseggiando i migliori infusi orientali da tre tazze colorate. Mi narrano dell’immensità della muraglia cinese e sento le scarpe consumarsi al solo parlarne.

Dalla Cina ci spostiamo in Normandia e poi in Giordania, facciamo una capatina anche al sentiero dei grandi alberi di Recoaro e sul Vezzena, poi voliamo a Malta, a Lione, Genova e Montpellier, poi andiamo a Bilbao e quindi ad Hanoi, Arquà Petrarca e Kyoto.

Abbiamo anche parlato di musica, politica, letteratura, film, vita privata. Due ore e mezza volate. Però due ore e mezza in cui abbiamo fatto il giro del mondo assieme. È stato veramente molto appagante.

Grazie Lisa e Fabio. Al prossimo caffè, magari al Tomoca di Addis Abeba.

Potete visionare tutte le foto di Fabio sul profilo Instagram fabioresti

I video dei loro stupendi viaggi sono visibili sul canale YT https://www.youtube.com/@ungirettoa

Se l’articolo ti è piaciuto puoi esprimere il tuo gradimento e seguirci tramite la pagina Facebook degli Alkimysty.

https://www.facebook.com/Alkimysty

Francesco Sattin

Kioske

More Reading

Post navigation