Nuotare nel lago

Quando i miei occhi
saranno quasi spenti,
vorrei andare
dentro un quadro
dove una sorgente d’acqua
diventa ruscello.

Sono versi tratti da una raccolta di brevi poemi che recentemente mi è stata regalata dall’autore. 1

Ho apprezzato molto il gesto e subito ho letto la raccolta tutta in una volta. Poi mi sono ritrovata a prenderla nuovamente tra le mani e, a volte, a rileggerla tutta o a rileggere solo alcuni versi. Ho selezionato i miei preferiti tra i quali “Dentro un quadro” dal quale ho tratto i versi del poeta Giambattista Costa che ho riportato all’inizio.

Mi ritengo una discreta lettrice in generale, soprattutto di romanzi, il mio genere preferito. Leggo anche poesie, ma con meno frequenza. Alcune le ho raccolte negli anni in un quaderno speciale che mi segue sempre nei miei vari traslochi. 

Villa Capra, nota ‘La Rotonda’, Vicenza. Veduta del parco dall’interno. (Foto di D. Moressa)

Quando legata a noiose reminiscenze della scuola, la poesia potrebbe non godere di molte simpatie: versi da imparare a memoria, tediose lagne d’amore di tempi andati e parafrasi insulse di una lingua, sebbene la nostra, incomprensibile. In occasione di questo regalo mi sono soffermata a perché ancora si scriva poesia e perché la si legga; o meglio perché ogni tanto io mi ritrovo a leggere o a rileggere poesie.

Cos’è il “bello poetico” e quando una poesia è gradevole da leggere?

Villa Barbarigo, Valsanzibio (PD), il labirinto (Foto di D. Moressa)

Qual è la funzione poetica? Il rapporto tra l’autore e il suo testo poetico e il legame tra il poeta e la sua società sono essenziali ai fini della comprensione? Deve la poesia essere impegnata o non è necessario? Insomma tante domande alle quale studiosi illustri cercano da tempo di rispondere e alle quali ben lungi è da me dare una risposta certa; ma ci posso provare.

Le poesie vengono chiamate anche rime, eppure di certo la rima cioè la corrispondenza esatta dell’ultima sillaba accentata di due versi, non è requisito essenziale.

Sono ben noti gli endecasillabi della Divina Commedia del padre Dante, cioè versi di undici sillabe, con metro regolare (la ripetizione metodica di accenti ritmici e numero di sillabe), ma neanche questo è un requisito essenziale, visto che i versi possono essere ‘liberi’ e quindi non seguire uno schema ritmico preciso. Pensiamo alla potenza dei versi di Ungaretti.

Si pensa anche alla poesia come un componimento scritto con parole difficili o desuete. Leggete “Tra le tue braccia” di Ada Merini; anzi, ascoltatela su YouTube e vi sorprenderà la semplicità dei termini che la compongono. 

Villa Capra, nota ‘La Rotonda’, Vicenza. Particolare della scala interna. (Foto di D. Moressa)

Ma anche le strofe di Eminem sono poetiche, il ritmo e le rime martellanti delle sue canzoni rap sono indubbiamente poesia.

Da cosa si distingue allora il linguaggio poetico dal linguaggio prosaico? Prendo allora in prestito la definizione di un illustre linguista che definiva la funzione poetica come messaggio che pone l’attenzione sul linguaggio stesso 2. In qualche modo i poemi ci stupiscono e ci meravigliano con la bellezza che scaturisce dalla scelta delle parole, la loro combinazione semantica e il loro suono. Parole in mostra per farsi ammirare dal lettore.

Chiesi una volta in una classe dove mi trovavo alle prese con la spiegazione di un sonetto di Shakespeare, perché mai un un poeta dovrebbe scervellarsi per scrivere “Così come le onde si dirigono verso la spiaggia piena di ciottoli/i nostri minuti si affrettano a terminare/ogni minuto prende il posto di quello precedente/e tutti inesorabilmente avanzano” anziché dire semplicemente che il tempo scorre inesorabile? 

Nella classe calò il silenzio e solo un allievo, il più ardito, in un guizzo di genio, rispose: “per farci perdere tempo!”.

In realtà, nel tentativo di provocare l’ilarità di tutti, ho pensato in quel momento che ci fosse una parte di verità nella sua affermazione bislacca. 

Nel film biografico sulla vita del poeta romantico inglese John Keats, egli risponde alla sua amata Fanny, che vuole capire cosa sia la poesia e quale sia il bello della poesia, “lo scopo di tuffarsi nel lago non è nuotare immediatamente a riva. Ma restare nel lago, assaporare la sensazione dell’acqua. Non si comprende il lago3. 


E’ la definizione di poesia che preferisco.

E allora, dico che mi piace stare nel lago e perderci del tempo. 

  1. 1. Giambattista Costa, La china e la pergamena, Pettirosso Editore, 2022.
  2. R. Jakobson, Poetica e poesia, Einaudi, Torino, 1985
3.
  3. Jane Campion, Bright Star,Gran Bretagna, 2009

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